preparazione alla colonscopia

La colonscopia è un esame fondamentale per la prevenzione del carcinoma del colon-retto, ma è anche un esame molto utile per diagnosticare altre patologie infiammatorie o vascolari dell’intestino. In questo articolo avevo spiegato quando è utile eseguire questo esame, che sicuramente è invasivo, ma allo stesso modo è in grado di salvare la vita di alcune persone.

Affinché l’esame sia diagnostico, cioè che permetta una ottimale visualizzazione delle pareti del colon, è necessario svuotare completamente l’intestino dal materiale fecale. Per fare questo, il paziente dovrà bere un liquido di preparazione all’esame, che contiene un lassativo che induce nelle ore successive il completo svuotamento del colon. Esiste uno score che fa capire quanto sia pulito l’intestino nel corso di una colonscopia (Boston Score), che attribuisce un punteggio da 0 a 3 ad ogni segmento colico (colon ascendente, colon trasverso, colon discendente/sigma).

Le preparazioni

Innanzitutto, è molto utile specificare che qualsiasi liquido di preparazione si scelga, nei 5 giorni precedenti all’esame il paziente non dovrà assumere alimenti contenenti fibre, perché queste potrebbero rimanere all’interno dell’intestino coprendo quindi dei tratti di mucosa. Di conseguenza, è bene evitare di mangiare cibi integrali, legumi, frutta e verdura (eccetto carote, patate e zucchine che sono ammesse).

La stragrande maggioranza delle preparazioni per la colonscopia contengono polietilenglicole (PEG), che è un polimero che rende le feci molto liquide, ed in alta concentrazione ha una azione lassativa con un’ottimo rapporto tra efficacia e sicurezza. Infatti, questo prodotto non viene assorbito nel sangue e quindi non ha praticamente rischi significativi, fatta eccezione per i pazienti che siano allergici al PEG, comunque estremamente rari in termini statistici. D’altra parte, va segnalato che la preparazione per la colonscopia induce una diarrea profusa, che può quindi indurre in alcuni rari casi a scompensi idro-elettrolitici; per questo motivo, i pazienti con scompenso cardiaco o con insufficienza renale dovrebbero valutare con uno specialista se la preparazione possa essere rischiosa nel loro caso. E’ proprio per ridurre il rischio di carenze elettrolitiche che praticamente tutti i liquidi di preparazione hanno un caratteristico sapore salato: infatti, i preparati contengono sodio, potassio e bicarbonato in aggiunta al PEG.

Esistono preparazioni a base di PEG ad alto volume (tipicamente 4 litri di preparazione), a medio volume (tipicamente 2 litri di preparazione) o a basso volume (1 solo litro di preparazione). Per ridurre il volume da bere, oltre al PEG variano le concentrazioni degli elettroliti, e vengono aggiunte altre sostanze, come ad esempio l’ascorbato di sodio nella preparazione da 1 litro, che amplifica l’azione lassativa del PEG. E’ fondamentale sottolineare che sia nella preparazione da 2 litri che nella preparazione da 1 litro è assolutamente necessario bere almeno 1 litro (o meglio 2 litri) di liquidi chiari dopo avere terminato di bere la preparazione, per aumentare l’efficacia della preparazione.

L’orario dell’esame è un’altra variabile importante, tenendo a mente il concetto fondamentale: quanto più la preparazione è eseguita vicina all’orario dell’esame, tanto meglio è. Di conseguenza, con un esame al mattino è opportuno eseguire la preparazione nel pomeriggio/sera del giorno precedente all’esame, mentre con un esame al pomeriggio sarà possibile dividere in due tempi l’assunzione della preparazione (split preparation), il che solitamente migliora notevolmente gli scores di preparazione. Ovviamente, se l’esame è eseguito in sedazione è opportuno non bere nessun tipo di liquido nelle 5 ore precedenti all’orario previsto per l’esecuzione dell’esame.

Esistono anche preparazioni che non utilizzano il PEG, come quelle con sodio picosolfato con magnesio citrato, ma hanno generalmente una efficacia peggiore ed un maggiore rischio elettrolitico. Un’altra alternativa è l’utilizzo del colon-wash, che è una metodica di lavaggio del colon immediatamente precedente all’esecuzione dell’esame; in questo caso viene meno il discomfort della preparazione, ma l’esame endoscopico dura molto di più perché deve essere eseguito sia il lavaggio che l’esame nel corso della seduta… Inoltre, va segnalato come il colon-wash non sia attualmente disponibile in regime SSN ma solo in alcune strutture private.

Un concetto che però deve essere sottolineato è che non tutti i pazienti sono uguali, e pertanto la preparazione va personalizzata con l’aiuto del medico di famiglia o del gastroenterologo di riferimento. Ad esempio, le persone affette da stipsi cronica o che comunque hanno un alvo tendenzialmente stitico dovrebbero assumere nei giorni precedenti un lassativo osmotico per arrivare al giorno della preparazione al meglio. Talvolta può essere utile eseguire anche uno o due clisteri evacuativi preparatori, prima dell’inizio della preparazione, soprattutto se a basso volume (preparazione che solitamente non è ideale nel paziente stitico…)

Conclusione

In ogni caso, è fondamentale avere chiaro che nel momento in cui si decide che sia necessario fare una colonscopia, questa debba essere fatta al meglio per rendere l’esame utile a fini diagnostici (e, talvolta, anche terapeutici). Se il colon non è perfettamente pulito (Boston Score di 8 o 9), è possibile che una eventuale lesione possa non essere vista nel corso dell’esame. Quindi, il paziente deve fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per seguire al meglio le indicazioni fornite prima dell’esame, indipendentemente da quanto possa essere scomodo o poco piacevole fare la preparazione per la colonscopia.

La preparazione alla colonscopia
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