come si salva una vita

Abbiamo tutti negli occhi ciò che è successo sabato 12 giugno: un calciatore professionista, Christian Eriksen, durante una partita di calcio è caduto a terra esanime senza un apparente motivo. Il calciatore in realtà ha avuto un arresto cardiaco in campo e stava veramente per morire nonostante la vita da atleta e tutti i controlli specialistici del caso, come già accaduto ad altri suoi colleghi in passato (ad esempio, il caso di Piermario Morosini a Pescara nel 2012).

Per fortuna, l’esito è stato diverso, essenzialmente perché è stato utilizzato abbastanza rapidamente il Defibrillatore Automatico Esterno (DAE). Infatti, sebbene sia stato importante aver liberato le vie aeree (sollevando il mento l’azione sarebbe stata ancor più efficace) e sia stato praticato il massaggio cardiaco in modo corretto, se non fosse stato utilizzato il DAE velocemente non ci sarebbe stata speranza di salvare Eriksen. A voler fare i pignoli, essendo a disposizione l’apparecchio sarebbe stato opportuno usarlo anche prima.

L’arresto cardiaco è una patologia che colpisce 70000 italiani ogni anno, e quindi è piuttosto diffusa. Purtroppo non si conoscono completamente le sue cause ed è quasi impossibile individuare le persone a rischio, anche perché può capitare sia agli atleti che alle persone sedentarie. L’arresto cardiaco si origina da una sorta di corto circuito elettrico del cuore, che non riesce più a contrarsi in modo efficace (fibrillazione ventricolare), rendendo impossibile la circolazione del sangue. Di conseguenza, i tessuti non riescono più ad ossigenarsi, causando la morte per un’ischemia che coinvolge più organi, ma i più rilevanti sono cervello, cuore e reni. Il ruolo del rene in particolare è fondamentale, perché bastano pochissimi minuti di carenza di perfusione per far sì che non ci sia abbastanza pressione per eliminare ioni idrogeno nelle urine, causando quindi acidosi metabolica, che peggiora notevolmente il danno cerebrale. Il massaggio cardiaco è pertanto fondamentale, nell’attesa del DAE, al fine di mantenere una perfusione sufficiente. Ma è il DAE ad essere risolutivo, perché riconosce autonomamente il ritmo della fibrillazione ventricolare e lo corregge con una scarica elettrica, facendo ripartire il sistema cardiovascolare in modo efficace.

Sebbene l’argomento non sia certamente inerente alla gastroenterologia, ritengo opportuno fare questo post perché ciò che è successo sabato pomeriggio è di fondamentale importanza per tutti. Infatti, per eseguire un massaggio cardiaco ed utilizzare il DAE non è necessario essere cardiologi, rianimatori, e nemmeno medici. E’ una cosa alla portata di tutti, e che tutti dovrebbero essere in grado di fare. Spesso le persone sono preoccupate di rischiare di fare dei danni al soggetto esanime, ma in realtà il DAE è un macchinario elettronico che è in grado di capire autonomamente se è necessaria una scarica elettrica, sulla base del ritmo cardiaco rivelato. Se il problema non necessita di defibrillazione, il DAE non scarica. Basta solo applicarlo sul paziente e seguire le istruzioni. Certamente, i corsi di BLSD (Basic Life Support – Early Defibrillation) sono fondamentali, sia per capire come massaggiare in modo più efficace, sia soprattutto per velocizzare le operazioni di utilizzo del DAE.

Per semplificare, se una qualsiasi persona vede cadere un’altra persona priva di sensi, oltre ovviamente a chiamare i soccorsi, è necessario:

  1. Liberare le vie aeree
  2. Iniziare a massaggiare
  3. Posizionare un DAE sul torace del paziente quanto prima e seguire le istruzioni. Se il paziente è in arresto, è verosimile che si possa riprendere anche prima dei soccorsi. Se il problema non è un arresto cardiaco, il soccorritore sicuramente non avrà danneggiato in alcun modo il malato.

Mi auguro quindi che questo evento in mondovisione sensibilizzi ancor di più le persone a conoscere i fondamenti della rianimazione precoce, ma soprattutto che spinga le istituzioni a disseminare DAE ovunque, o quantomeno nei luoghi più affollati, dove statisticamente è più probabile che avvenga un evento cardiologico di questo tipo.

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